24 aprile 2012

To Rome with(out) love

Sarà che Roma è la mia città, e quindi sono di parte. Mettiamo anche che Benigni è uno dei miei attori preferiti, uno di quelli che riempiono lo schermo e ti fanno brillare gli occhi. Con questi due elementi anche il più misero dei film sembrerebbe un capolavoro, fatto sta che “To Rome whit Love” , il nuovo film di Woody Allen, delude un po’ le aspettative. Quattro le storie che scorrono parallele senza mai incontrarsi, che finiscono così come sono nate, lasciandoti con un irrisolto perchè? Il senso dov’è? Allen ci ha abituati con i suoi film senza capo ne coda, ma questa volta sembra aver esagerato. L’unico filo conduttore potrebbe essere il successo. Quello che piove all’improvviso su Leopoldo Pisanelli, il personaggio interpretato da Benigni, oppure quello di Ellen Page, aspirante attrice che alla fine del film ottiene la parte. Le risate però sono molte, Benigni nella sua interpretazione è strepitoso, ma qualcuno in sala pronunciava la parola proibita: “cinepanettone”. Le quattro storie distinte, le scenette comiche e il film non certo impegnativo hanno portato gli spettatori in sala a fare, forse ingenuamente, questa associazione. Molti gli attori italiani che troviamo nel film, da Alessandra Mastronardi a Antonio Albanese, Riccardo Scamarcio e Ornella Muti, in un ruolo talmente piccolo che si dimentica facilmente. In un film non di certo memorabile soltanto l’inizio fa salire un brivido dietro la schiena. “Nel blu dipinto di blu” di Modugno che fa da sottofondo alla città eterna. Per il resto ci si aspettava un omaggio migliore alla più bella città del mondo, un film fatto con più amore.

Nessun commento:

Posta un commento